DREAMERS: FRANCESCO MESSORI - CAPITANO DELLA NAZIONALE ITALIANA CALCIO AMPUTATI
Francesco Messori, Capitano della Nazionale Italiana Calcio amputati
Mi chiamo Francesco Messori e sono nato a Bologna, il 22 novembre 1998, senza la gamba destra e con diversi problemi fisici risolti con diversi interventi chirurgici.
Fin da bambino ho coltivato la passione per il calcio. Non trovando una struttura sportiva che si occupi di calcio per amputati, ho deciso di lanciare un appello per la costituzione di una squadra che riunisca tutti i calciatori affetti da disabilità motoria. L’ho fatto creando un gruppo su Facebook, “Calcio amputati Italia”. Ragazzi che giocavano a calcio prima, amputati per un incidente, hanno iniziato a contattarmi.
Nel 2011, ad Assisi, ho incontrato il Centro Sportivo Italiano e un anno dopo è nata la Nazionale italiana calcio amputati di cui sono diventato Capitano.
La squadra azzurra ha partecipato al Mondiale nel 2014 (anno in cui ho incontrato Papa Francesco), nel 2018 e nel 2022. Ho realizzato il mio sogno grazie al sostegno di mia madre Francesca e mio padre Stefano. Mia madre, in particolare, sottolinea sempre che la mia storia le ha permesso di vedere tutti i colori dell’arcobaleno, anche quelli che normalmente non si vedono.
Fin da bambino ho coltivato la passione per il calcio. Non trovando una struttura sportiva che si occupi di calcio per amputati, ho deciso di lanciare un appello per la costituzione di una squadra che riunisca tutti i calciatori affetti da disabilità motoria. L’ho fatto creando un gruppo su Facebook, “Calcio amputati Italia”. Ragazzi che giocavano a calcio prima, amputati per un incidente, hanno iniziato a contattarmi.
Nel 2011, ad Assisi, ho incontrato il Centro Sportivo Italiano e un anno dopo è nata la Nazionale italiana calcio amputati di cui sono diventato Capitano.
La squadra azzurra ha partecipato al Mondiale nel 2014 (anno in cui ho incontrato Papa Francesco), nel 2018 e nel 2022. Ho realizzato il mio sogno grazie al sostegno di mia madre Francesca e mio padre Stefano. Mia madre, in particolare, sottolinea sempre che la mia storia le ha permesso di vedere tutti i colori dell’arcobaleno, anche quelli che normalmente non si vedono.